domenica 6 maggio 2012

La mia esperienza dell'aldilà






Mi scrive una gentile amica di una sua esperienza dell'aldilà, che pubblico molto volentieri perché penso che in molti l'abbiano sperimentata.

Inizia con questa premessa:

"Credo fermamente nell'aldilà,  perché  sono convinta che la nostra vita non avrebbe senso, se tutto finisse sotto due metri di terra."

Tanti anni fa mi sono sentita male nella stanza da bagno, per un difetto della stufa a metano che la riscaldava. Infatti la stanza era satura di monossido di carbonio. Per fortuna qualcuno si é accorto e tempestivamente mi ha portato   fuori e distesa sul letto della mia cameretta.
Sentivo lontanamente delle voci che mi chiamavano (erano i miei genitori che tentavano di svegliarmi) , mentre viaggiavo,solo con la testa,il mio corpo non lo sentivo più,  ad una velocità   supersonica verso  una grande luce che si trovava alla fine di un tunnel.
Giunta alla fine di questa galleria mi ritrovai in una splendida valle piena di fiori, avvolta in una leggera nebbiolina. Mi sembrava di essere  nella valle di Matelda così ben descritta nel Purgatorio di Dante.Ebbi una sensazione di pace, e di tranquillità che fino ad allora non avevo mai provato. Sullo  sfondo vidi un grande portone che ad un certo punto si aprì e dal quale uscì  un'eterea  figura di uomo, molto anziano,con una fluente barba bianca che mi veniva incontro. A metà strada però   si é fermato, si é voltato ed é scomparso dietro al portone.
In quel momento mi svegliai e mi trovai circondata dalla mia famiglia, e le prime parole che pronunciai furono : Ma perché mi avete chiamato? Stavo così bene dov'ero...evidentemente non mi ero resa conto del pericolo corso.

A questo proposito vi voglio rimandare qui.

giovedì 19 aprile 2012

Risurrezione dei corpi



Michelangelo "Il giudizio universale"


Ci chiediamo: come é possibile che tutti i corpi, proprio tutti, un giorno, o nella gioia o nella perdizione risorgeranno?. Ma pensiamo a corpi  cremati, sepolti millenni prima della venuta di Cristo risorto...Come sarà possibile all'anima riprendere , risuscitato il proprio corpo, le cui ceneri e la cui polvere si saranmno dissolti  chissà come nell'aria o nella terra?

Riflettiamo : i biologi ci dicono che, nel giro di sette anni della nostra vita terrena, tutte le cellule, tutti i componenti chimici di cui é fatto il nostro corpo si cambiano completamente; piano piano essi si dissolvono, muoiono e vengono sostituiti da altri elementi chimici, uguali, ma altri.
Eppure nelle varie età della nostra vita , noi abbiamo coscienza d'aver sempre lo stesso corpo. Ciò significa che é l'anima che lo vivifica, che lo rinnova, che lo muta continuamente; ma siccome l'anima é sempre quella, noi abbiamo l'impressione, anzi la coscienza di avere sempre lo stesso corpo.

Ora l'anima é immortale. 
Nella risurrezione dei corpi, essa, per la potenza del Dio Creatore ed in virtù della resurrezione del nostro corpo, assumerà dalla natura, quegli elementi chimici con i quali comporrà un corpo umano che, appartenendo a lei ed essendo da Lei vivificato, sarà il nostro corpo e ci darà la coscienza che il corpo che assumeremo risorto, sia lo stesso nel quale abbiamo vissuto la nostra vita terrena.
D'accordo : la risurrezione dei corpi rimane nella sua essenza, un mistero inaccessibile alla nostra piccola mente umana (piccola dinnanzi all'intelligenza infinita di Dio), ma quanto detto sopra, può almeno farci intendere come ciò possa avvenire.
"Niente é impossibile a Dio".

giovedì 12 aprile 2012

Mariti e mogli anche sulla terra



Vorrei continuare il post dove si parla  di Mariti e Mogli anche in Paradiso.
Nel suo saggio, don Bruno Ognibeni non si sofferma solo sull'aldilà, ma si concentra anche sull'al di qua. E va al cuore delle questioni.Alle mogli é chiesto di imitare la sottomissione della Chiesa a Cristo, ai mariti di imitare l'amore di Cristo per la Chiesa.
Il che é tutt'altro che semplice e scontato, da una parte e dall'altra. Solo un approccio banalizzante e superificiale oppure una forma di ormai superato protofemminismo potrebbe liquidare con una battuta.
C'é dentro una carica teologica, un significato spirituale, una potenzialità umana e religiosa, talmente concentrati  e pregnanti, da non poter essere eliminati con l'accetta dell'ironia, bensì da considerarsi con serietà, umiltà e profonda meditazione, affinché al testo sacro sia resa giustizia.
Ciò va oltre la pur vera necessità di contestualizzare il passo biblico nella cultura e nel tempo, in cui lo si espresse, poiché, in quanto parola di Dio é eterna, immutabile, dunque scavalca i limiti temporali: é vera ieri quanto oggi. Già all'epoca, secondo quanto scritto da Plutarco "Praecepta coniugalia" i matrimoni si fondavano sul rispetto, benevolenza e compassione, quali caratteristiche prevalenti.Figuriamoci ora, in un' epoca in cui di tali concetti, di tali sentimenti si nutre ampiamente la teologia nazionale, che difatti intende la sponsalità quale reciproco dono di sé e corresponsabilità sul piano educativo!.
Ma opportuno é anche il monito, che ci giunge da don Ognibeni:" Il mondo moderno vive una grande ignoranza di ciò che é l'amore, generlamente confuso con il sentimento, la passione  ed altri fenomeni che con il vero amore non hanno molto in comune".
E' vero ciascuno di noi faccia esame di coscienza in questo. Perché é giunto il momento di prenderci davvero sul serio e di vivere coerentemente la dimensione matrimoniale, presente od ancora in prospettiva e di fare i conti, senza sconti, con quanto Gesù e gli apostoli ci dicono in merito.
In un'ottica non solo terrena. Bensì eterna.

lunedì 2 aprile 2012

Oltre i nostri occhi


Piccole luci




Il dolore umano si ferma dinnanzi al mistero della morte: i nostri cari che spariscono, di loro  sulla terra non giunge notizia alcuna, questo fatale spegnersi della nostra luce...
In tutta questa ineluttabilità però, possiamo trovare conforto e speranza nella natura che ci circonda, é in essa che noi continuiamo a vivere per e con i nostri cari, che, se pur in un'altra dimensione continuano ad ascoltarci, amarci e proteggerci.

Lo dicono  bene le nostre due lettrici, nelle poesie che seguono.

Oltre i nostri occhi
Oltre il nostro udito
Oltre i nostri sensi
Impareremo a cercarti nel seme che attende e promette il profumo di un fiore,
Nelle chiome degli alberi mosse dal vento
Nella danza delle nubi nel cielo,
Nella piccola goccia di pioggia,nei colori dell'arcobaleno,
Nel fuoco del tramonto, 
Nelle magiche ombre che si allungano sotto la luna,
Nell'oro dei raggi del sole che accendono un nuovo giorno, così che
Qualsiasi sarà la forma e la direzione che prenderai per continuare il tuo cammino,
Noi sapremo che tu sei lì ad ascoltarci e a proteggerci.

E' sempre la natura il tema dominante di quest'altra poesia, intesa come sollievo, rassegnazione, speranza, condivisione. Illusione, potrebbe affermare chi non é stato visitato dal lutto, una certezza invece, per chi l'ha provato, che la persona umana scomparsa é sempre vicino a noi, ora e sempre.

A levante si tinge di rosa il mare,
leggermente increspato sotto un cielo di madreperla.
Solo una barca muove lentamente verso la torre.
Tu sei qui,con me  a godere di tanta bellezza
nel silenzio dell'alba.

CRISTO E' RISORTO!

La morte é vinta, salva é la nostra fede.

Cristo é risorto! E le conseguenze? Si vede qualche conseguenza della Sua Resurrezione? Sì certamente: basta riflettere ed aprire gli occhi!
Gesù é un potenziale d'amore divino che si é inserito nel tronco inaridito dell'umanità.
Basta allora che un persecutore, davanti a Lui, cada dal cavallo dell'orgoglio, ed ecco il miracolo: il persecutore si alza innamorato di Cristo fino a girare il mondo per Lui e morire per Lui: é la storia meravigliosa di Paolo di Tarso, annunciatore instancabile della Risurrezione di Cristo.
Conversione di S.Paolo























Basta che un lussurioso inquieto si nasconda nel silenzio e nella preghiera per ascoltare Cristo e nasce un gigante di "santità" che ancor oggi fa venire le vertigini: é la vicenda incantevole di Agostino di Ippona un affascinante ed irrinunciabile testimone di Cristo Risorto.
S.Agostino vescovo

Basta che una fragile donna dei nostri giorni senta la voce di Gesù che le dice"ho sete"...e nasce il miracolo d'amore di Santa Teresa di Calcutta: una donna che pregando, é diventata un incendio di carità e un contagioso esempio di misericordia che ha stupito il mondo intero.



Santa Teresa di Calcutta

Basta che in pieno 20° secolo un povero fraticello, discepolo di S. Francesco d'Assisi, si metta in sincero ascolto di Cristo...e nasce S.Pio da Pietrelcina: un uomo che vivendo in pochi metri di una cella, attira attorno a sé una folla strabocchevole, proveniente da tutti gli angoli della terra.
E potremmo continuare...
Questi e miriadi altri sono i santi e i martiri che non hanno esitato a vendere la vita per l'unico Signore che intendevano servire: CRISTO RISORTO

Ai cari ed affezionati lettori, Cristo Risorto porti a tutti letizia e speranza.
Santa Pasqua 2012

giovedì 29 marzo 2012

Filosofia antica e Sacra Scrittura




C'é relazione fra filosofia antica e Sacra Scrittura? Certo che sì.


Chi avrà modo di leggere il poema della natura di Eraclito, potrà fare una bellissima connessione con il libro del Siracide  (seguendo lo schema sottoindicato, che propongo per la lettura), il quale mette il lettore davanti ad una considerazione:
"Bisogna saper leggere con gli occhi dell'anima, la realtà oggettiva che ci circonda."

ERACLITO
Nasce ad Efeso nel V° secolo a.c. e scrive un'unica opera , un poema sulla natura in 50 frammenti e afferma che l'universo é permeato da un tutt'uno che costituisce la verità e che l'anima non ha limiti, invitando gli uomini a trascendere verso l'armonia e la sonorità cosmica dove tutto é libertà, amore, armonia.
In un passo del suo scritto così si esprime:
"La forza dell'armonia invisibile é più potente dell'armonia visibile"

LIBRO DEL SIRACIDE
Conosciuto anche come ecclesiastico, presenta tante connessioni con la filosofia antica ma, al capitolo 43.v.v. 32 c'é questa bellissima relazione con il poema della natura di Eraclito:
"Le cose nascoste sono molte e superano quelle descritte"

CONSIDERAZIONI
Eraclito scrive le sue considerazioni ben 4 secoli prima del libro del Siracide.
A noi spetta saper alimentare la nostra anima con le riflessioni eterne e saper trarre profitto dai paralleli tra i filosofi antichi che non conoscevano ancora la verità cristiana e la Sacra Scrittura, una miniera di sapienza e saggezza per l'anima in ricerca per le vie di questo mondo.

Concludendo, auguro a tutti i lettori di poter mettere in pratica questa riflessione di Eraclito:
"Cercate di fare spazio nel vostro visibile, all'invisibile, e saper discernere con gli occhi dell'anima la realtà contingente del quotidiano, per trascendere verso l'armonia cosmica dove tutto é armonia e libertà".

martedì 27 marzo 2012

E' bene sapere che...









In risposta alle tante  domande che mi vengono rivolte, comincio a rispondere a queste prime due:

  1. Donazione degli organi
Legato al momento della morte é il problema dell'espianto degli organi e del loro trapianto in persone che ne hanno bisogno. Per procedere all'espianto di organi si richiede, moralmente e legalmente, come condizione indispensabile la "morte cerebrale del donatore".
Il criterio della morte cerebrale é oggi universalmente accettato come sicuro da tutte le legislazioni che regolano i trapianti umani.
E' da incoraggiare e da promuovere la cultura della donazione degli organi come espressione di amore.
Un trapianto serve a salvare una vita umana e a elevare la qualità della vita del beneficiario.
Il donatore nella resurrezione della carne, lungi dall'avere un corpo mutilato, avrà un corpo reso più luminoso dall'amore che ha espresso scegliendo di donare qualcosa di sé:

 2.  EVOCAZIONE-SPIRITISMO
L'evocazione degli spiriti detta comunemente "spiritismo", consiste in quell'insieme di tecniche umane con le quali si cerca  di provocare una comunicazione sensibile con gli spiriti  e le anime separate per ottenere notizie ed aiuti".
Queste pratiche sono state proibite già nell'antico testamento e sono condannate dalla chiesa, in quanto contrarie alla volontà di Dio, il quale vuole che il credente si rimetta fiducioso a quanto Egli ha rivelato.
La Chiesa e di recente il Concilio Vaticano II, raccomandano invece di "Invocare umilmente le anime dei Beati e ricorrere alle loro preghiere, alla loro intercessione, per ottenere benefici da Dio".
Forzare le porte dell'aldilà non dà né appagamento né soddisfazione.

mercoledì 21 marzo 2012

Piccole luci ma anche poesie


Due piccole luci  da pubblicare, ma che in realtà sono poesie.


La prima é un ricordo commovente di una moglie per il marito, che se pur permeata di nostalgia e di  dolore,  é anche speranza di potersi un giorno ritrovare uniti, per l'eternità.

 Ed ora

Ed ora che il vento mi ha sbattuta
sulla torre del silenzio, non posso
immaginare un futuro senza te.
Amaro diventa il ricordo degli anni 
passati a costruire la nostra storia.
Una lunga storia d'amore.
Ora s'é aperto l'ultimo capitolo, 
ma non voglio, non voglio essere io 
a scrivere la parola "fine".
Come sarebbe bello, mano nella mano,
varcare la soglia del mistero e
rimanere uniti per l'eternità.
 Maria Bianchi

Mentre nella poesia che segue, troviamo l'inconsolabile dolore di una figlia per la scomparsa della mamma  che  non si arrende al pensiero di averla perduta per sempre.

E sei
E sei nell'aria che respiro
Nell'acqua che bevo
Nel fuoco che mi scalda
Nell'amore che mi resta
E sei nella quotidianeità più vuota
Sei nelle cose vestite di luce
Fatte dalle tue mani
Nei miei pensieri che tu hai fatto nascere
Buoni Ostinati Lacerati
Nei sogni voluti che svaniscono all'alba
Nelle stagioni vere
che cominciano e finiscono surreali
In questo inverno che sa di fiaba triste
accendo i miei fiammiferi
E sei...
Stefana Asnicar

venerdì 16 marzo 2012

L'alfa e l'omega




Una lezione sul valore della vita.

La vita di ogni uomo é racchiusa tra due date: quella della nascita e quella della morte, così si legge sulle lapidi dei nostri cimiteri: Nato il... morto il...
La persona si muove dentro questo spazio: incomincia a muovere i primi passi, recita la sua parte e poi scompare.
Il tempo invade silenziosamente la scena di questo mondo e cancella le tracce del passato di milioni e miliardi di persone, lasciando lo scenario di questo mondo pulito, perché altri scrivano la loro storia.
Così ad un tempo segue un altro tempo, ad una storia un'altra storia, ad un esercito di uomini un altro esercito, finché tutto scompare nel silenzio profondo della morte.
Dio corregge questo modo di pensare: ci fa sapere che la storia di ogni uomo inizia molto prima della sua data di nascita, e si prolunga oltre la data della sua morte:
"Prima di formarti nel grembo, io ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal seno, io ti ho santificato e ti ho costituito profeta per le genti" (Geremia 1-5,6)
Queste ispirate parole del  profeta Geremia hanno il potere di rendere trasparente la casa del tempo che abitiamo, e attraverso le pareti diventate cristallo, scorgere un paesaggio prima sconosciuto che da ogni parte si perde nell'infinito... in quell'infinito dove si é perso "naufragando dolcemente" il grande Leopardi con la forza di questi versi:
"Così tra questa immensità s'annega il pensier mio/ E il naufragar m'é dolce in questo mare".
Noi pensiamo, da poveri mortali, che la storia terrena racchiuda tutta la nostra vita, invece scopriamo che é solo il capitolo di una lunga storia che prende l'avvio dal mondo eterno di Dio e approda di nuovo a questo mondo, per vivere con Dio oltre la morte.

martedì 13 marzo 2012

Messaggi ironici dall'Aldilà

Lapidi che regalano un po' d'allegria.
Ho voluto far partecipe tutti voi che passate di qui, raccogliendo una selezione di lapidi ed epitaffi di persone che hanno accolto la morte con ironia e che, probabilmente, lasciandi disposizioni in tal senso, hanno voluto regalare un sorriso post mortem, a chiunque passi a trovarli.
Ecco esempi di immagini incredibili che provengono da luoghi normalmente associati a tristezza e dolore.

Barbara e il parchimetro
Che il "bit supremo" sorvegli il tuo sonno
  
Jonathan Blake, ha scambiato il pedale del freno con quello del  gas
Sal é il più grande elettricista di sempre
L'ho detto che non stavo bene

sabato 10 marzo 2012

Velo sì, velo no





Una gentile amica mi chiede:
"Molte ragazze italiane sono attratte dai musulmani. Eppure, chi é fidanzata vede quelle che hanno sposato uno di loro: vanno in giro con un fazzoletto in testa oppure velate, camminano dietro al marito con il capo chino. Tutta la nostra pratica per l'emancipazione femminile é andata a seppellirsi sotto un velo?"

Ho avuto modo di conoscere, cara amica, qualche tempo fa il prof. Ometto, docente di teologia cristiana e di islam sciita. Vive ed insegna in paesi islamici, soprattutto Persia, Iran, Palestina.
Lui é cattolico, sua moglie musulmana. Vanno d'amore e d'accordo. Però per un motivo ben preciso prima di sposarsi lui ne conosceva nel dettaglio lingua, tradizioni, religione (pur senza accettarla).
A chi non possieda questi requisiti (ovvero la quasi totalità dei casi) lui per primo sconsiglia il matrimonio misto: "Basterebbe evitarlo,-mi diceva- Non piace né a noi né a loro. Gli stessi musulmani sconsigliano le nozze con fedeli di altre religioni, a meno che questi non si convertano. Diversamente i loro figli sarebbero considerati illegittimi. Non basta: il costume e le leggi islamiche prevedono, sia pure non ovunque nella stessa misura, la preminenza del marito in varie decisioni ed in materia di eventuale ripudio della moglie. Come può capire da questa brevissima sintesi, la questione é più ampia del semplice Velo sì, velo no.
Mi pare anzi che l'invito alla prudenza, giuntoci dal professore sia assolutamente di buon senso.Facilonerie e pressappochismi, in questi casi, si rischia di pagarli cari. E' ciò che , in modo certamente più grossolano, ma efficace, ci raccomanda senza troppi accademismi, la saggezza popolare: Mogli e buoi dei paesi tuoi.
Non me ne voglia il gentil sesso dell'infelice accostamento, certamente non mio.

martedì 6 marzo 2012

Una presenza non presente






In questa piccola luce, sono rinchiusi tutti i sentimenti di dolore, rassegnazione e speranza universalmente comuni a chi purtroppo ha subito questa perdita: La mamma.

"Sono passati due anni, un'eternità da quando mi hai lasciato; ma per potersi rassegnare quest'eternità é troppo breve, dura solo un attimo. La rassegnazione é quella parola che ci accompagna in tutti gli eventi della nostra vita, ma che sicuramente non si può conciliare con la tua perdita.
La tua morte é più di un'assenza: é una presenza non presente.
C'é chi asserisce che la morte di un genitore é una cosa naturale: spesso sono quelli che non hanno ancora provato questa esperienza; e di tutte le parole affettuose che si dicono in questa triste circostanza, solo quelle di chi ha sperimentato in prima persona l'esperienza della morte danno conforto, le altre si fermano prima: non raggiungono il cuore.
Affermare che il tempo é un gran medico é una mezza verità. Il tempo da solo non guarisce. Anzi...
Io continuo a perderti ogni giorno... perché in quei momenti del quotidiano che vorrei condividere con te, sono rimessa di fronte dolorosamente alla tua assenza e riconosco con chiarezza il ruolo che hai svolto nella mia vita.
Anche il tuo silenzio, di fronte alle mie scelte di vita che non condividevi, ora come allora, é più eloquente di qualsiasi parola.
Solo la speranza, sorella inseparabile della fede, mi dà la certezza che tu mi vedi e mi ascolti ancora.
Sei il mio primo pensiero del mattino e l'ultimo della sera."

domenica 4 marzo 2012

Il mio ricordo per Lucio Dalla




Dalla sua morte improvvisa di quel giovedì 1 Marzo a Montreux all’età di 68 anni, mi viene questo lampo spirituale di verità.
In un’epoca in cui si cerca solo di apparire, prima ancora di essere, la sua morte, morte di un artista umile, semplice e generoso, fa crollare tutta la montatura dell’epoca: quella che imposta la vita solo sulla carriera e sul successo.
Dalla non è stato un “carrierista”, anche se aveva i numeri per esserlo, la sua morte m’insegna a ridere della serietà portata all’estremo, di coloro che si attaccano alla carriera, alla loro posizione, tanto da credersi insostituibili.
Il mondo va avanti benissimo anche senza di noi che amiamo emergere a tutti costi, facendone una filosofia di vita.
E pensare che i cimiteri sono pieni di coloro che si ritenevano indispensabili, insostituibili….
Perché non liberarci da questa schiavitù che si chiama giudizio degli altri, esteriorità, carriera?
“Tutto è vanità (Q0 1,2)" “Passa la scena di questo mondo” (1CO 2.7,31)
Ecco: l’unica cosa che non passa è la mia coscienza: esclusivamente di essa sarà intelligente e saggio interessarmi.
La fede che ho in comune con Lucio, mi porta a credere che la sua speranza, oggi sia certezza, comparendo davanti al Regista più grande, che ci attende misericordioso nella comunione dei santi.

sabato 25 febbraio 2012

Signoria di Dio sulla vita e






sulla morte.
Un'umanità salvata dalla morte e dal peccato attraverso la forza della redenzione di Cristo in Croce.
Dovremmo fermarci, abbandonare per un attimo le nostre attività e riflettere sulle conseguenze di tutto questo.
La nostra é una società frenetica, dove facilmente il fare prevale sull'essere, come se da noi dipendesse il destino del mondo. Non é così. L'esperienza del limite, della malattia, della morte ci richiama al nostro essere creature, quindi all'importanza d'accogliere, con umiltà, la vita come dono, fattoci dal Padre. Non siamo padroni di nulla, nemmeno di noi stessi. Non siamo venuti al mondo per nostra scelta. L'esserci é un bene, da amministrare e da amministrare con saggezza. Sarebbe un peccato sprecarlo, sarebbe un delitto infame, di cui rendere conto, spegnerlo.Meditavo  su queste cose ascoltando  il prof.Giuseppe Anzani, magistrato ed editorialista del quotidiano "Avvenire", ospite a Cremona qualche tempo fa.
Ha parlato di eutanasia, di sospensione delle cure, di accanimento terapeutico.
La morte , ha detto Anzani, "é una domanda che bussa all'Oltre".
Allora biologizzare semplicemente la morte, significa anche falsificare la propria vita, trasformarla in una cattiva commedia proprio quando cala il sipario dell'ultima Verità.
Ed é proprio per  amore della vita che non si deve assumere nei confronti della morte un atteggiamento di ripulsa.
Bisognerebbe fare come S. Francesco , chiamarla "Sorella".
Voler prometeicamente diventare arbitro della propria morte significa distruggere il senso del dono della propria vita."
Non credo vi sia altro da aggiungere a parole tanto profonde, tanto vere ed ogni tanto , da rendere oggetto di una attenta riflessione...

martedì 21 febbraio 2012

La galleria dei bambini








Questa piccola luce é stata accesa da una cara amica ,  che reduce da un viaggio a Gerusalemme é rimasta colpita da :
La Galleria dei bambini", straziante discesa negli inferi che più di ogni altra lascia il senso dell'irreparabilità di vite non vissute. Mentre  in alto alla galleria si accendono e palpitano piccole luci, quasi lucciole o stelle, una voce dice i nomi, l'età e la provenienza del milione e mezzo di bambini ebrei uccisi nella Shoah.Occorrono due anni per dire i nomi di tutte quelle stelle. Sì questo bambino é vissuto, sembrano dire quelle luci, tuttavia la sua piccola storia é quasi sempre sparita, come non avvenuta e la sua grande storia di persona adulta e ricca di eventi non é mai iniziata.

Quest' altra  piccola luce é stata dedicata a due giovani vite spezzate:
La perdita di due figli é un terremoto che ti sconvolge l'esistenza. Dicono che questo tipo di dolore non passi mai, sembra che la cura a questo dolore sia l'accettazione del dolore stesso, ma senza la speranza tutto ciò é umanamente impossibile, é questo quello che ci dicono questi genitori con la loro piccola luce

Il silenzio della sera...
una preghiera nella notte..

Ci siamo abituati a non vedervi più,
a sentirci dire  che "la vita continua", 
ma rassegnarci non é dimenticare, 
 né cancellare qualcosa di indelebile: 
é solo il sogno di riporre nel futuro 
la speranza di rivivere il passato.
Se prima eravate con noi
ora siete dentro di noi.

sabato 18 febbraio 2012

Credere allunga la vita?




Non é una promessa di vita eterna, ma di prosaica vita terrena, come ha dimostrato una ricerca realizzata da un gruppo di studiosi, guidati dal dr. Micheal E. Mc Cullough, dalla quale é emerso che le persone facenti parte di gruppi religiosi hanno una sopravvivenza del 29% in più, rispetto ai non religiosi.
Il dato é stato ottenuto revisionando 42 ricerche che avevano coinvolto oltre 125 mila persone ed é stato pubblicato su Health Psycology. Il maggior beneficio é evidente per chi non solo crede, ma partecipa anche assiduamente all'attività della chiesa.
Inoltre risulta anche che le persone più religiose sono anche meno grasse, dice il dr. Mc Cullough. L'effetto della religiosità su alcune variabili fisiche, come l'obesità, sembrerebbe poter spiegare anche perché il coinvolgimento in una religione possa indurre un minor rischio di mortalità.
L'altra ipotesi, é che l'azione benefica della religiosità sulla salute, sia dovuta al supporto sociale sul quale possono contare le persone che fanno parte di una comunità religiosa.
E' la solita "americanata"? (come alcuni di voi potrebbero pensare) No una semplice constatazione che non é poi così irreale dico io.
Allora dovremmo andare tutti in convento? Assolutamento no....
Basta che ognuno di noi faccia la propria parte, per quel che gli compete, secondo  il fine per cui siamo stati creati.

Dato che i miti sono portati a creare altri miti, ecco che oggi si pensa alla scoperta di un farmaco che allunga la vita e procura un'eterna giovinezza incoraggiati dal sorprendente progresso tecnico.
 Si sa che lo stress, la frenesia di voler arrivare sempre prima degli altri , droga ecc. sono la principale sorgente della brevità della vita, così frequente ai giorni nostri; ma solo una concezione pagana della vita può dire
" Muore giovane colui che al ciel é caro",
La vita é un dono di Dio e come tale deve essere vissuta per tutto il tempo che Lui vorrà.

martedì 14 febbraio 2012

Le piccole bianche campanule



Spontanei pensieri, sgorgati dal cuore di una nostra amica, che si reca spesso a far visita al nostro bel Cimitero.
In una torrida estate di qualche tempo fa.

LE PICCOLE BIANCHE CAMPANULE
"Sono per tutti i defunti le piccole bianche campanule che crescono spontaneamente nel nostra Camposanto e si avvicinano alle tombe più prestigiose, già ricche di fiori pregiati...ma non si dimenticano delle tombe disadorne ed abbandonate.Nella quiete dei viali ombrosi, sembrano piccole stelle che ondeggiano ad ogni alito di vento. Nessuno dà loro una goccia d'acqua, eppure agli occhi di chi sa guardare ed ascoltare la natura, sembrano dire ai nostri cari Defunti:
"Riposate in pace, ci siamo noi a vegliare su di voi, per tutti c'é un ricordo ed una preghiera".

E' questo un bel messaggio di fede, e di speranza che lenisce il dolore per la perdita della persona amata.
Dopo la corsa della vita, di questa vita che corre inesorabile, come sabbia finissima da una clessidra, ci aspetta un destino uguale per tutti. L'ultima fermata ci conduce  al "viale silenzioso dei cipressi", verso l'altra dimora, dove potremmo portare un briciolo di cielo, prati, fiori, gemme, per continuare a stare accanto alla persona che abbiamo tanto amato.


PER PRATI FIORI E GEMME
Cercarti tra le stelle
del firmamento é impossibile.
Forse sei nascosta dietro i colori dell'iride
perché non scendi nel nostro universo?
Te ne sei andata di punto in bianco.
Un bel mattino il tuo corpo era vuoto e rigido.
Cercarti ancora tra le cose dell'universo
sarebbe inutile.Ti incontrerò
tra le stelle ed abbagli di luce.
Saremo entrambi nell'eternità.
Ci divertiremo ad inseguire
gli spiritelli, tra musiche celestiali
e passeggiate per prati
fiori e gemme.



sabato 11 febbraio 2012

E se chiudessimo il giornale?





Con questo post desidero rispondere alla domanda della sig.ra Silvia, che recita così:
"Sento spesso i giornalisti della TV chiedere ai genitori, cui é stata massacrata la figlia, se sono disposti a perdonare gli assassini. Io le chiedo, caro don Oreste,: questi signori credono che il perdono sia un vestito alla moda? Per conoscerlo davvero, possono leggersi, non dico il Vangelo, ma almeno I Promessi Sposi col personaggio di fra' Cristoforo".

Cara Silvia gli esempi veri di pietà, di perdono, di carità, di fraternità, di Verità sui cosiddetti mass-media sono merce assai rara. Anche perché per essere autentici, dovrebbero nutrirsi od ispirarsi- se non per fede, almeno per cultura- a quella tradizionale giudaico-cristiana,che nemmeno a Strasburgo, in sede di Parlamento europeo ha ottenuto diritto di cittadinanza.
Come pretendere di trovare tutto questo allora in giornali, riviste, programmi patinati, ben confezionati, ma sempre più spesso dediti al pettegolezzo, insomma a tutto , fuorché all'essenziale?
Mi permetto , senza pretese dare due semplicissimi consigli:
Il primo: sempre operare profondo discernimento. I mezzi di comunicazione svolgono un ruolo ed un compito meraviglioso, fondamentale, direi vitale. Senza però averne coscienza. Coscienza profonda, intendo. Quindi si avvalga di quanto da loro proposto, ma sempre con prudenza, vigilando, sempre cercando di distinguere il giusto dall'ingiusto. Ci si deve rifiutare di mandare il nostro cervello all'ammasso, con buona pace di quanti, e sono tanti, di contro lo vorrebbero!!
Dobbiamo dire "no" alla stampa spazzatura, alla TV spazzatura e all'intrattenimento spazzatura.
Secondo consiglio: ogni tanto chiudiamo il giornale, riponiamo il libro, spegniamo la radio....Anche qui con intelligenza, senza cioè vivere fuori dal mondo. Dedicando però del tempo a noi stessi, alla nostra famiglia, agli affetti ed ai Valori più veri. Per  scelta, per vocazione, non per obbligo, senza lasciare che sia la vita, per mille motivi, a costringerci a farlo.
Non ce ne pentiremo.

lunedì 6 febbraio 2012

R.I.P. Una domenica d'altri tempi




Mi capita, certe volte, di pensare come potrei spiegare il diverso atteggiamento che esprimiamo nei confronti di ciò che accade nella nostra esistenza.
Per esempio, fra l'attuale sforzo (un po' incomprensibile) di rimuovere  ciò che spaventa e invece l'accettazione consapevole e sofferta che potevo notare, quando, decine di anni fa, ero ancora un moccioso, ma attento e curioso...Alla domenica pomeriggio, le mamme e tutto il resto della famiglia, si davano appuntamento al Cimitero per passare poche ore in santa pace.Forse i più giovani sorrideranno, ora sono ben altri i posti dove ci si ritrova e sicuramente più rumorosi.
Per noi piccoli di allora incominciavano le litanie del "non correre, non calpestare, non parlare a voce alta non...ed il dialogo il più delle volte, terminava con la minaccia o meglio con uno scapaccione al quale seguiva la predica:"Dai segui le cattive compagnie, vedrai cosa ti succederà, farai piangere la tua mamma":
Ma dove saranno finite le cattive compagnie? In questi tempi, coloro che si esibiscono nel commettere ciò che le antiche mamme proibivano sono considerati creativi, originali, espressivi, intelligenti, geniali (guarda il bullismo e dimmi se non é vero)
Intanto che le mamme fra un rosario e l'altro (in un improbabile latino) chiacchieravano di cose di donne, così dicevano loro, noi eravamo intenti ad esplorare i misteri del camposanto R.I.P.
Questa misteriosa sigla si trovava su quasi tutte le lapidi, ma noi sapevamo, certo che sapevamo, la sigla diceva sottovoce che i morti potevano venire di notte a tirarci i piedi se non si aveva il dovuto rispetto nei loro confronti. E anche nelle preghiere del mattino e della sera bisognava  ricordarsi di quelli che erano là. E poi quel non indicava un punto geografico, ma una situazione che oggi chiameremmo metafisica: cioè erano presenti anche se in modo diverso, pronti ad  osservarci con occhio benigno dalle loro lapidi di cemento o dalle foto appese alle pareti di casa.
Col tempo abbiamo appreso che R.I.P. significava: Riposi in pace.Bellissimo augurio, peccato che in questi tempi non sia più incisa sulle attuali  ricche lapidi di marmo, si dà per scontato che la pace ce l'abbiano già. Ma ci si dimentica che l'imperativo dell'acronimo oltre alla salvezza della loro anima, si riferisce anche a chi ha avuto con loro rapporti d'amore, ma soprattutto a chi non può non nutrire sentimenti di rivalsa d'acredine.
Oggi, altri sono i modi  per passare la domenica pomeriggio,  , ed é giusto che sia così, i tempi cambiano, ma l'unica certezza che rimane in eterno sta  proprio in questo:
R.I.P.

mercoledì 1 febbraio 2012

Là dove il sentimento vagheggia...




e la religione assicura.

Oggi vi voglio sottoporre alcune riflessioni di un mio caro amico,che spesso viene a far visita ai propri cari che non ci sono più, e dopo alcune considerazioni  arriva sempre ad un'unica conclusione : Tanta fede e tanta speranza nell'aldilà, altrimenti  sarebbe vano e incomprensibile il nostro vivere.

" Si dice che siano due le cose che non si possono fissare a lungo: la prima é il sole; e l'altra?
Ricordo il suono delle campane e i canti e l'incenso e la folla silenziosa, tutto il paese che accompagnava fino in fondo alle ultime case.. e la commozione generale e sincera...
Ora é necessariamente tutto diverso:le circostanze danno ai funerali un aspetto più sbrigativo, formale, quasi burocratico: ma la commozione non é cambiata, il dolore é sempre immenso, la tragedia incomprensibile.Quasi sempre, nei volti di coloro che si soffermano un attimo (l'ultimo) con i loro cari, si legge un'insostenibile disperazione attenuata, però, da qualcosa che sembra una domanda percepita negli sguardi assenti e privi di luce...
E ora? E' possibile che tutto sia finito? E' probabile, che anche il più stoico degli indifferenti, non possa evitare di puntare lo sguardo su quella seconda "cosa"chiamata eternità, che non é possibile fissare a lungo... non fosse altro che per distrarsi, gli occhi tentano di indugiare su ciò che dovrebbe essere interessante e, a volte, s'incontrano gli Angeli.
Ce ne sono di imponenti nel nostro cimitero, come l'Angelo della Speranza, oppure piccole statuine di bronzo accoccolate sulle tombe; angeli che tengono per mano e proteggono, testoline appoggiate ad alucce ancora in boccio.
Angeli che popolano silenziosi e leggeri centinaia di monumenti.Testimoni (e questo é il loro compito) di una realtà "altra" che é ragione dei nostri dubbi.
Dove sarà ora? Il giorno dopo il sabato, alcune donne si avviarono al Sepolcro per accudire, secondo il rito, il corpo del Martire del Golgota e vi trovarono un Angelo:
"Perché lo cercate qui?Egli vi ha solo preceduto in patria.
Anche con quel minimo di fede che i nostri tempi consentono alla gran parte della gente, l'immagine degli angeli, rende l'eternità  meno abbagliante ma più logica, più umana. Meno formale e meno burocratica.
Con il sapore ancora di una percezione, non soltanto corale, ma di una dimensione immensa."

giovedì 26 gennaio 2012

Mariti e mogli anche in Paradiso





Uniti nella buona e nella cattiva sorte, certo: ma non solo su questa terra, bensì mariti e mogli anche in Paradiso.

A chiarirci le idee provvede il nuovo saggio di don Bruno Ognibeni, "Il matrimonio alla luce del Nuovo Testamento": dopo la morte é lecito contemplare tra moglie e marito solo la cessazione dei rapporti fisici, non di quelli affettivi.

L'autore é un autorevole studioso, docente di teologia Biblica presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II.Ma ancor più sono autorevoli le fonti cui si abbevera: ciò che rispose senza tentennamenti Gesù ai Sadducei, che gli proposero l'esempio della donna andata sposa a sette fratelli, morti uno dopo l'altro.
"Quando risorgono dai morti, non prendono né moglie né marito, ma sono come angeli nel cielo", fu loro risposto da Cristo.

Aspetto questo, ripreso dagli antichi, dai Padri della chiesa, come Tertulliano secondo cui chi é sposato é destinato a mantenere anche nell'aldilà un'intimità spirituale col proprio coniuge, quanto dai  moderni, anzi dai contemporanei, come Giovanni Paolo II, che, nelle sue catechesi sull'amore umano ha ribadito come i corpi coniugati conservino anche nella resurrezione il proprio significato sponsale, sia pure "vissuto in modo del tutto nuovo". 
Tant'é che, in occasione della beatificazione degli sposi Beltrame Quattrocchi, papa Wojtyla spiegò con chiarezza come i due beati proseguissero in Cielo la serena vita di coppia, iniziata sulla terra. 
In che forma? E' troppo da chiedersi a noi comuni mortali, oggi.

Tuttavia possiamo cullarci in questa, che ci viene proposta come una certezza: non vi sarà interruzione nell'unione delle anime, che tanto condivisero le proprie esistenze in questo mondo, quanto potranno condividere poi la propria eternità nel Regno di Dio.

venerdì 20 gennaio 2012

"Anche la speme ultima dea....."


Ecco perché Cremona, come in altre città d'Italia, da qualche anno, ha trovato nel proprio cimitero uno spazio dedicato "ai bambini mai nati".
Come sanno tutti coloro che conoscono il carme dei Sepolcri,  il  Foscolo, afferma che anche la speranza, ultima dea fugge i sepolcri, ma  quello che ci distingue é che, se la "speme" é volata via, anche per chi non crede in una vita oltre la morte,quell'accumulo di memoria  deve restare là, fino a quando splende il sole.

Quindi ogni essere umano ha diritto ad una degna sepoltura e  perché mai allora i bambini mai nati
 li mettiamo in una busta e li buttiamo nei rifiuti speciali ? Nella raccolta differenziata? E' una barbarie!!

Come si evince dalla foto, non c'é individualizzazione, non c'é nome, ma la sepoltura ci ricorda la sua persona, la sua dignità, il suo privilegio di esistere che é stato strappato via.
Quest'angolo di cimitero  ci mette di fronte alla responsabilità di non escludere dal genere umano i bambini che abbiamo concepito e che abbiamo rifiutato.

 Mi capita spesso di parlare con delle mamme che hanno abortito,e fra le tante ho scelto il racconto  di Anna (nome di fantasia), un rimorso che nessuna assoluzione umana , potrà cancellare dal suo cuore.

"Anna non riesce a darsi pace. Sono passati 20 anni da quando ha abortito ma ogni giorno con la mente torna a quel momento. Finché si fa coraggio ed alza il telefono. Il numero è quello del Centro aiuto alla vita della clinica dove ha abortito:
«Vi prego - dice con un filo di voce - ditemi dove posso trovare il corpicino del mio bimbo. Vorrei solo portare un fiore sulla sua tomba So che la mia può sembrare una richiesta assurda, ma io ho bisogno di pregare davanti a lui, di fare pace con quel bambino che non ho saputo accettare”.». La direttrice del gruppo,  resta senza parole. Non ha cuore di confessare a quella donna che il feto del suo bimbo, dopo l’aborto, è stato gettato via. Di quella nascita mai avvenuta resta solo una scheda archiviata negli scaffali della clinica."

mercoledì 18 gennaio 2012

Gli angeli esistono?




"Caro don, esistono gli angeli, oppure sono solo sogni, illusioni frutto della nostra mente per superare i momenti tragici della nostra esistenza? Questa é la domanda  che in una sua mail, mi fa una signora, ma credo che tutti noi, almeno una volta ci siamo interrogati sugli angeli.
E la mail continua così.

"Le voglio narrare quello che mi é capitato. 
Una sera, ero disperata, perché mi sentivo impotente di fronte alla malattia che aveva colpito la mia mamma... quando, seduta sul divano di casa, udii dei rumori, prima leggeri, poi sempre più forti, sembrava che volessero attirare a tutti i costi la mia attenzione.
Strano, eppure  in casa c'ero solo io; nel contempo, però, percepivo una presenza, che mi spinse a voltarmi e vidi una figura maschile , proprio dietro di me che mi sorrideva: questi era un giovane, sospeso a mezz'aria, il cui sorriso fu così radioso ed incoraggiante, che in quell'istante mi sentii più serena, più fiduciosa e la mia disperazione sparì. E' stato  un sogno o inimmaginabile realtà? Era il mio angelo custode? Credo di sì, perché poi la mia mamma superò la crisi."

Non entro nel caso personale, ma la  risposta che mi sento di dare circa l'esistenza degli esseri spirituali, incorporei, che la sacra Scrittura chiama  abitualmente angeli, é una verità di fede. La testimonianza della Scrittura é tanto chiara quanto l'unanimità della tradizione: infatti vengono chiamati servitori e messaggeri di Dio, dotati di intelligenza e volontà, creature personali ed immortali, superiori per perfezione alle creature visibili, come testimonia "il fulgore della loro gloria".
Come credenti, ritengo non debbano sussistere dunque dubbi in merito...
La rimando ad una proficua lettura del catechismo per i frequenti riferimenti che contiene agli angeli ed all'esercizio del loro servizio. 
Del resto, a chi diversamente si rivolgerebbe la preghiera dell' "Angele Dei, qui custos es mei" (Angelo di Dio che sei il mio custode)? O crede sia solo astrazione?

lunedì 16 gennaio 2012

E' sempre per lei



E' di una blogger che seguo e che mi segue sempre con interesse questa Piccola Luce, dedicata alla mamma, del resto un tema molto ricorrente,perché penso che quel cordone ombelicale che le ha unite per molti mesi, non sia mai stato tagliato.

Cara mamma, vorrei dirti quanto mi manchi, ma non trovo le parole:ho un vuoto nella mente, un macigno nel cuore.
Il volto del tuo ultimo giorno di vita, quando esalasti l'ultimo respiro, non lascia spazio a nessun altro sentimento che possa in qualche modo, chiamarsi rassegnazione.
E sì che noi adulti dovremmo essere abituati alle amare sorprese della vita...ma per quanto naturale sia il morire, niente e nessuno potranno mai colmare il vuoto che mi hai lasciato.
Lo scorrere inesorabile del tempo anziché lenire, acuisce sempre più il significato delle parole "mai più".
Non é difficile il vivere nel ricordo, ma é il vivere senza di te che diventa insopportabile.
Come fare? E' forse credere in quel filo invisibile, tra cielo e terra, che chiamato fede, ci fa sperare in un mondo migliore dove non ci lasceremo mai?
Ne sono convinta e voglio sperare che ciò non sia mera illusione.
Allora, tu che lo puoi, aiutami dal cielo come hai fatto sulla terra.


Germana

venerdì 13 gennaio 2012

Mi ritorna in mente....




Devo dire che spesso sono per  la mamma le "Piccole luci" che si accendono per lei, come dimostrano questi pensieri che mi sono pervenuti.

Una poesia, una preghiera, un'accorata invocazione  che ci fa capire quanto ripercorrere i momenti tristi ci faccia male, perché impossibili da dimenticare, però la speranza che Lei é ancora vicino a noi non muore mai, ed é questo che ci aiuta ad andare avanti.

"Mi ritorna in mente quel mercoledì di Giugno....Era tutto vero, il dolore, la disperazione, le lacrime d'addio.
Qualcuno mi ha detto:
"Ringrazia Dio, ha finito di soffrire". Sarà anche vero, ma quando finirò di soffrire io?Cara mamma più passa il tempo, più mi manchi, e più ti voglio bene.
Il tuo ricordo é luce che non si spegne , che mi conforta, ed il mio affetto é quello di sempre. L'amore non svanisce mai, la morte non é niente: tu sei solo andata nella stanza accanto.
Di infinito non c'é che il cielo per le sue stelle, ed il cuore dell'uomo per le sue lacrime.

Da queste righe traspare un'accorata invocazione d'aiuto alla mamma, che certamente non resterà inascoltata.

"Cara mamma, nessuno mi aveva mai detto che il dolore assomiglia così tanto alla paura. Il dolore si manifesta come rabbia,autocritica, senso di colpa, solitudine.Ben di rado siamo preparati ai sentimenti intensi, che ci sommergono quando muore una persona cara. Il dolore per la tua perdita é come un fiume in piena che scorre lungo tutta la mia vita. Mi potrò mai rassegnare? Mamma cara aiutami tu."

Il distacco é duro da metabolizzare. Forse non lo si accetta mai. E non servono le pillole. Non serve la medicina. Il dolore ha un suo corso da compiere e spesso é un cammino eterno e noi non possiamo modificare il flusso eterno. Ed allora cosa ci rimane alla fine? La speranza dell'uomo per il "Dopo".
Un "Dopo" fatto di gioia e amore infinito.

lunedì 9 gennaio 2012

Il mistero dell'aldilà tra leggenda e testimonianza



 Le apparizioni dei morti nei sogni o nelle visioni, che cosa sono?
  • Credenze?
  • Superstizioni ?
  • Rifugio della mente per paura della morte ?
  • Tormento senza fine, dove i morti ci appaiono per aiutarci od essere aiutati?
  • Esseri luminosi o passeggeri dell'eternità che a volte si rivelano misteriosamente su lastre fotografiche o registrano su nastri le loro strane voci?
A tutti questi interrogativi ognuno può dare la risposta che vuole, o meglio, quello di cui ognuno di noi ha più bisogno.
Il credente la risposta la trova nella fede che un giorno riabbraccerà i suoi cari, in tutto il loro splendore, senza malattia né dolori.
L'ateo, invece, risolve il problema come pura fantasia della mente che, in preda ad un grande dolore, dà corpo alle ombre.
Riporto un racconto di esperienza di pre-morte, con le parole di chi l'ha vissuta.

"Era un nebbioso pomeriggio di novembre, quando con la sua auto, si scontrò frontalmente con un altro veicolo, procurandosi fratture in tutto il corpo e stato di coma profondo. Sospeso per due giorni tra la vita e la morte visse esperienze  extra corporee inimmaginabili.
Si trovava in uno spazio-tempo in cui percepiva una luce, un profumo e una sensazione di amore incredibile, una profonda e consapevole estasi che avvolgeva tutto il suo essere. Ogni qualvolta egli tenti di descriverla a parole, il risultato é, a suo dire, un pallido sostituto dell'esperienza vissuta.
In questa situazione di sconfinata felicità (sarà forse il Paradiso?) gli venne incontro sua nonna, morta nel lontano 1965.
Ella non parlava, ma ne percepiva i pensieri, gli sorrideva, l'abbracciava e si sentiva amato e felice.Gli mostrava una moneta da 100 lire luccicante, come quella che gli regalava ogni giovedì quando andava a farle visita.
Questa tacita consuetudine, era diventata un segreto fra lui e la nonna.
Dopo circa tre mesi di degenza, uscito dall'ospedale andò dallo sfascia carrozze per definire la pratica della sua auto distrutta nell'incidente. La vettura era nel prato antistante, senza vetri ed orami tutta arrugginita.Sbirciando nell'abitacolo contorto, notò che sul sedile di guida c'era ancora una vistosa chiazza di sangue ed in mezzo, una moneta da 100 lire luccicante, come se fosse stata appena coniata e lì posata un attimo prima che arrivasse.Raccolse sconvolto la moneta che ora conserva come uno straordinario, prezioso dono d'amore pervenutogli da una dimensione ultraterrena."

A questo punto mi pongo una domanda:questa apparizione é forse un'anima che non sa di essere morta, e che rifiuta la morte fino a convincersi di essere ancora viva vagando nel nostro mondo come viva?
Quale risposta si può dare?

Credo di interpretare il pensiero di chi legge, affermando che, nonostante i riscontri siano ancora insoluti ad un'oggettiva analisi, solo nella fede troviamo la chiave del mistero.
E' la voglia che tutto ciò sia vero, la boccata d'ossigeno per chi non si rassegna alla perdita dei propri cari, che ci dà la forza di andare avanti e sperare.

Ora mi vorrei congedare con un pensiero che credo faccia bene anche a voi come ne ha fatto a me:
"cominciando da noi stessi, accendiamo le nostre piccole luci, andando incontro al dialogare dell'aurora e quando, guardando il volto di una persona, riusciremo a riconoscerci fratelli, scopriremo che, anche a nostra insaputa la notte si é fatta più corta e il giorno é già avanzato"

Alla prossima